Storia della Pirateria (Under the Black Flag, 1995): dietro il solito titolo idiota italiano, che sembrerebbe suggerire una cronologia della pirateria dal punto A, nascita del primo pirata, al punto B, morte dell'ultimo pirata, si nasconde un bel saggio inteso invece a raccontare la pirateria come fenomeno culturale, e a mostrare le differenze tra la rappresentazione popolare della pirateria e la pirateria vera e propria.
L'autore è David Cordingly, studioso di storia marinara e per 12 anni uno dei capi del museo di storia marittima di Londra.
Nel 1992, Cordingly organizzò una mostra di grande successo sul tema della pirateria: Random House lo avvicinò per tirarne fuori un libro, pubblicato pochi anni dopo.
Gli argomenti dei capitoli non sono nettamente separati, lo stesso tema o personaggio può tornare più volte in capitoli diversi: da un lato ciò rende lo sviluppo del discorso più fluido e interessante, dall'altro rende più difficile enucleare e individuare le informazioni più interessanti per il lettore.
...per la cronaca: come spesso succede, ho comprato questo libro in un periodo di vago interesse verso la pirateria, ho finito per leggerlo molto tempo dopo il passaggio di questo interesse.
Capitolo per capitolo: si parte dall'analisi dell'aspetto fisico, compreso abbigliamento, medio del pirata. Gambe di legno e pappagalli: si parla di Stevenson, di Byron e ovviamente di Barrie, i 3 autori che hanno più di ogni altro reso popolare il soggetto.
Si passa a parlare di Francis Drake, poi di Henry Morgan; poi di donne pirate e donne di pirati.
La vita in mare e le navi pirata come primo esempio di democrazia (il capitano veniva eletto, il capitano poteva essere defenestrato per volere dell'equipaggio) opposto alla gerarchia reale della marina tradizionale. In questo capitolo si parla anche di tecniche di navigazione e omosessualità a bordo delle navi.
Un capitolo sul comportamento medio dei pirati e le modalità dei loro attacchi: pirati solitari e flotte di pirati.
Un capitolo sullo stato di violenza a bordo delle navi pirate e sulle violenze commesse dai pirati (atroci).
Si parla di nascondigli di pirati e aree d'azione dei pirati; poi di film sui pirati (più volte qua e là vengono analizzati film fino agli anni '50); un capitolo sul capitano Kidd e il suo tesoro nascosto, One Piece; un capitolo sui cacciatori di pirati e la morte di Barbanera e il pirata Roberts; un capitolo sui processi ed esecuzioni dei pirati.
Alla fine ci sono varie appendici cronologiche sui processi, dispiegamento di navi, glossario di termini marinareschi.
Il libro affronta la differenza tra pirati, corsari e bucanieri; spiega come il periodo d'oro del fenomeno sia andato dalla metà del 1600 fino agli anni '20 del secolo successivo; si concentra soprattutto sui pirati occidentali ma ci sono passaggi dedicati ai pirati dell'estremo oriente.
Si legge bene ed è scritto in modo interessante con poche ma puntuali citazioni da testi classici, molti aneddoti e racconti di eventi specifici. E' assolutamente in grado di corrispondere un passeggero interesse sul tema, e anche uno più approfondito.