Collasso (Collapse, 2005): mi sono finalmente deciso a leggere il 'seguito' di uno dei migliori saggi di sempre indipendentemente dal tema: Armi, Acciaio e Malattie.
L'autore è sempre il superbo Jared Diamond. Uscito una decina d'anni dopo, invece di studiare lo sviluppo delle società, ne analizza il crollo e la scomparsa.
Diamond individua 5 gruppi di fattori, i primi 4 possono o meno fare parte dei motivi di collasso di una società, il quinto è sempre presente.
I 5 gruppi sono: danni ambientali provocati dalla società, cambiamenti climatici, presenza di nemici, presenza di amici, e infine la risposta della società ai suoi problemi ambientali.
Tutte le società analizzate nel libro saranno messe alla prova di questi cinque gruppi, tanto da spingere l'autore a scherzare, dichiarando che il giusto titolo del libro avrebbe dovuto essere: "Come alcune civiltà sono crollate, per cause dovute a una componente ambientale e, in alcuni casi, con il contributo dei cambiamenti climatici, dell'ostilità dei popoli confinanti, della fine delle relazioni con i partner commerciali e del modo di reagire ai problemi propri di ogni società".
Il concetto ambientale è fondamentale e Diamond si prende la briga, nell'introduzione, di autopresentarsi e spiegare come la sua posizione sia a mezza via tra la causa ambientalista e quella non ambientalista, essendo stato per anni un grosso amministratore del WWF e allo stesso tempo un esperto di impatto ambientale 'mercenario' per grandi società petrolifere.
In pratica, dice Diamond: gli ambientalisti dicono che sto dalla parte delle multinazionali, i non ambientalisti che sono un rainbow warrior.
Il volume è diviso in 4 segmenti: il primo è dedicato a una società contemporanea molto ben conosciuta da Diamond, presentata come modello iniziale per discutere e introdurre gli argomenti fondamentali della sua teoria.
Si parla di Montana: approfondita analisi storica dei problemi ambientali, dalle miniere al disboscamento, all'insediamento dei ricchi di seconda e terza casa; divisione interna tra la popolazione tra democratici e repubblicani, con tutte le conseguenti problematiche legate al rapporto con il governo tra liberalizzazione e controllo.
Concluso questo passaggio introduttivo, Diamond inizia la descrizione esemplare di diverse società scomparse del passato, raggruppate per vicinanza geografica: per ogni società, l'autore spende pagine di racconto storico sfruttando conoscenze e studi di antropologia, paleontologia e altro dove necessario, fino ad arrivare al momento del collasso.
L'Isola di Pasqua: società scomparsa per disastro ecologico 'puro', in completo isolamento, a causa dei polinesiani ignoranti che hanno mangiato e deforestato l'intera isola rimanendo senza risorse.
Le isole di Pitcairn, Henderson e Mangareva: società codipendenti che sono collassate a causa della fine dei rapporti commerciali tra loro. Essenzialmente scomparse solo per cause esterne.
Queste micro società polinesiani circoscritte in territori isolani, isolati e limitatissimi sono dei laboratori per la rappresentazione sperimentale delle teorie di Diamond, come lo era stato il Montana dell'introduzione, prima di passare ad applicare l'analisi a società più consistenti.
Si passa alle Americhe: gli Anasazi e altre civiltà 'preistoriche' del Sud Ovest del Nord America.
Si passa ai Maya, una delle società più evolute e grandi del tempo.
Ci si sposta poi con tre capitoli dedicati all'Europa: i norvegesi che diventano vichinghi e colonizzano l'Islanda, la Groenlandia e la mitica Vinlandia (oltre ad altre isolette): tutte colonie scomparse per problemi d'isolamento e vicini difficili.
Il segmento dedicato al passato si chiude con esempi positivi di società che sono sopravvissute nonostante forti problemi ambientali, nel senso: società che stavano per collassare come quelle indicate precedentemente, ma sono riuscite a sopravvivere cambiandosi.
Ci sono due strade per il successo: bottom up e top down.
Bottom up significa che la spinta riformatrice arriva dal basso con ogni singolo abitante che s'impegna per il bene comune, è un tipo di successo possibile solo all'interno di territori poco ampi come l'isola di Tikopia.
Top down è ovviamente l'opposto dove un sovrano illuminato e consapevole stabilisce riforme per conservare e proteggere l'ambiente: gli esempi di Tonga e del Giappone dei Tokugawa.
Questi capitoli che compongono il grosso del libro sono, inutile dirlo in altro modo, molto ripetitivi: Diamond vuole dimostrare e confermare la propria teoria, la applica scientificamente a tutti gli esempi sopra riportati. Le società sono diverse tra loro e geograficamente agli antipodi, i problemi sono di natura simile o assimilabile, il risultato è lo stesso.
Il segmento successivo è dedicato al presente.
Si parla di Africa e Ruanda: crescita demografica fuori controllo, stragi.
Si parla del curioso caso della Repubblica Dominicana e Haiti: società sullo stesso territorio divise da un confine 'immaginario' che, pur essendo entrambe povere, sono una resistente e l'altra sull'orlo della scomparsa. Le cause sono state la diversa qualità d'ingerenza e sfruttamento da parte delle rispettive potenze coloniali, la qualità dei dittatori succeduti allo stato coloniale. Ad Haiti è andata molto male sotto i francesi e peggio sotto il suo dittatore, i Dominicani se la sono cavata meglio sotto gli spagnoli e il successore.
Il capitolo dedicato alla Cina è piuttosto breve perché l'argomento è noto: equilibrio precario tra sviluppo incontrollato e consapevolezza ambientale.
Il capitolo forse più interessante di tutto il libro è l'ultimo inquadrato nel presente, dedicato all'Australia.
Ho sempre immaginato l'Australia come un posto felice, con qualche problema di censura e insetti mortali, ma generalmente un bel posto dove andare a stare: Diamond la indica come la società del primo mondo con la più alta probabilità di collassare. In Australia si trovano tutte i 5 problemi della teoria di Diamond ed è la società più simile ai lettori target del libro (occidentali primo mondo), fa impressione sentirne parlare come di una miniera ormai esausta che solo incredibilmente radicali soluzioni politiche potranno salvare dalla morte.
Il segmento finale dedicato al futuro è composto da 3 capitoli che sono una lunga conclusione: il primo è un generico 'l'umanità fa schifo' ma non è irrimediabile, a tutti i problemi c'è una soluzione; il capitolo di mezzo è di nuovo dedicato a una disanima della presunta contrapposizione tra business e ambiente. L'autore presenta due esempi di estrazione petrolifera, una completamente negativo e uno incredibilmente positivo; poi si parla di estrazione mineraria, che è quasi sempre una merda sviluppata da esseri spregevoli, ma anche qui ci sono piccole eccezioni a dimostrare una migliore praticabilità; stesso discorso per industria della legna e della pesca.
Ultimissimo capitolo: le società stanno collassando anche oggi, molte le vediamo scomparire e morire sotto i nostri occhi, alcune sono inevitabilmente condannate, altre no e in definitiva c'è un cauto ottimismo per un'inversione di trend.
Francamente credo che il cauto ottimismo sia per motivi editoriali: se il libro fosse finito con un 'moriremo tutti', non avrebbe avuto grande spessore o interesse; così invece si presta quasi come una guida a fare meglio adottabile da governanti e ceo.
In definitiva Collasso è molto meno divertente di Armi Acciaio e Malattie, probabilmente a causa del tema meno gioviale, sicuramente per la ripetitività dello schema dimostrativo.
Leggerlo oggi, nel pieno della campagna politica italiana e con tutto ciò che sta accadendo nel mondo vicino e lontano, potrà certamente aprire gli occhi e far comprendere alcune verità e problemi dietro le notizie.
Alla fine sembra quella storia vecchia di tante storie dove viene chiesto a qualcuno se aver rivelato o meno il giorno e il modo della propria morte.