The Lady of the Lake (Pani Jeziora, 1999): è un lungo addio. Alla fine dell'ultimo DLC di The Witcher 3 abbiamo dato addio al Geralt di CD Projekt Red, sapendo che a un certo punto avremmo avuto anche l'addio dopo la lettura dell'ultimo romanzo. Anche questo, però, non è veramente un addio.
Mi auguro e auguro a CPR di realizzare un gioco ancora più eccezionale e che il loro Cyberpunk sia una meraviglia per sempre, tuttavia non abbandoneranno mai completamente il loro simbolo: c'è il giochino del Gwent, che non avrà il successo di Hearthstone, ma durerà qualche tempo; c'è la serie live action promessa da Netflix, ci sono non so quanti progetti cinematografici.
Geralt è già entrato in una dimensione popolare trasversale, non ancora riconoscibile come Conan e Tarzan, o Superman e Batman, o Mario e Ryu, ma vicino e molto più vicino di chiunque altro in decenni.
Geralt farà molta fatica a morire e non gli diremo mai più addio per lungo tempo.
The Lady of the Lake non è realmente manco l'ultimo romanzo: c'è una raccolta di racconti che ho nella pila delle cose da leggere, ce (se non ricordo male e non ho voglia di controllare) uno spin off/side story di recente pubblicazione polacca.
The Lady of the Lake è, però e sotto ogni punto di vista, il primo e originale addio a Geralt di Rivia, the Witcher, The White Wolf... e a Yennefer, Triss, Dandellion, Ciri e tutta la compagnia.
The Lady of the Lake è il peggiore dei 5 romanzi che compongono la saga di The Witcher, ma è anche quello con le scene migliori: è un libro finale imperfetto che mostra la passione del suo autore, il suo desiderio di raccontare alcune scene perfettamente chiare nella sua mente, e allo stesso tempo tutta la sua imprecisione e ingenuità nella strutturazione del testo.
E' il libro più corposo della serie, è insopportabilmente farcito di lunghi capitoli quasi completamente inutili dedicati a operazioni di world building sostanzialmente prive di significati, giunti alla fine: non sono completamente inutili e hanno un significato e un senso nell'economia della storia complessiva, ma avrebbero potuto essere ristretti a poche righe.
La trama: è un lungo flashback. Ciri è a Camelot. Un'idea malsana e scema, ma dobbiamo ricordarci che l'autore è polacco e Camelot è esotica in lingua salva. Ciri viaggia tra le dimensioni nella sua fuga dalla Wild Hunt e durante il suo ultimo salto arriva a Camelot e, ancora una volta come nei libri precedenti, racconta a una persona che incontra la sua storia fino a quel momento.
Nello stesso tempo, ancora più avanti nel tempo, Nimue sta studiando la leggenda di Geralt e Ciri insieme a una sua 'discepola': guardano a quasi rappresentai momenti topici della leggenda e questi quadri diventano la scusa per raccontare la storia a salti.
In questi salti seguiamo la storia di Geralt e la sua crew che stanno svernando a Toussaint.
...naturalmente è geniale che Witcher 3 finisca a Toussaint.
Sono 550 pagine nella versione paperback scritta piccola e praticamente senza margini.
450 pagine avrebbero potuto essere sintetizzate in 200. Le ultime 100 avrebbero potuto essere allungate almeno il doppio.
Nelle ultime 100 pagine succede TUTTO.
Il finale del libro è noto a chiunque abbia giocato i giochi. I giochi sono successivi quindi, anche se per lungo tempo si è giocato con l'amnesia, il finale dei libri viene affrontato in ogni suo passaggio.
Geralt e Ciri e Yennefer si riuniscono, uccidono tutti i loro nemici. Tutti i membri della compagnia di Geralt, tranne Dandellion muoiono.
Arriva Emhyr e vuole Ciri per sé. Alla fine però se ne va, un gesto di umanità inaspettata dall'imperatore.
Arriva il 'concilio delle streghe', vuole Ciri per sé. Alla fine però la lasciano andare.
Entrambi questi momenti sono causati dai passati rapporti di Geralt, dalla straordinaria centralità, caratteristica unica di The Witcher per sempre, dell'amore filiale di Geralt e Yennefer per Ciri.
Gli eroi si avviano verso un finale felice. Piangendo i loro morti.
...no.
Geralt è lì tranquillo che festeggia con i suoi amici sopravvissuti, in attesa di essere raggiunto dalle sue donne, quando a Rivia si scatena una feroce e folle violenza degli umani contro i non umani.
E' una delle storie più famose di The Witcher.
Geralt non è un eroe, uccide dietro compenso. Geralt interviene e viene ucciso da un ragazzino con un forcone. Arrivano Ciri e Yennefer, lo trovano morente e fanno di tutto per salvarlo. Yennefer 'muore' per salvarlo senza riuscire, Ciri fa ciò che non ha mai voluto e abbraccia interamente il proprio destino. Li salva entrambi.
Inizia The Witcher il gioco.
Parliamo un attimo di Sapkowski. Non molto tempo fa, un qualche insider ha rivelato la presunta quantità di denaro ricevuta dal creatore di The Witcher per la cessione una tantum dei diritti di adattamento videoludico.
Immaginatevi la scena: l'ultimo libro di The Witcher uscì nel 1999, grande successo nel circuito delle lingue slave, nessun adattamento internazionale. Il primo videogioco di The Witcher è uscito alla finel del 2007. Un qualche tempo prima di questa data, un signore (o più probabilmente un gruppetto di ragazzini) è andato da Sapkowski a chiedere i diritti per fare un videogioco tratto dai suoi libri. Sapkowski, lui sì un signore di 60 anni, avvicinato da tizi senza nessuna esperienza di videogiochi, parlano di videogiochi in un paese senza storia di videogiochi: vogliono fare un videogioco del suo libro che ha probabilmente a quel punto smesso di vendere.
Pare che Sapkowski abbia ceduto i diritti di The Witcher per 9.500 euro.
The Witcher 3 è uscito nel maggio del 2015, nei primi 6 mesi del 2015 CD Projekt Red ha dichiarato profitti per 62.5 milioni di dollari. Alla fine del 2016 erano circa 250 milioni di euro di entrate.
...certamente Sapkowski ha goduto indirettamente del successo dei videgiochi: ristampe dei suoi libri, adattamenti internazionali dei suoi libri. I suoi libri sono diventati classici e probabilmente, adesso, venderanno per sempre. Netflix sta per realizzare una serie tv su The Witcher, presumo che i diritti li abbiano pagati a Sapkowski, non a CD Projekt Red (suppongo, non so).
In ogni caso è evidente il motivo per cui, negli anni, l'autore sia sempre stato abbastanza astioso nei confronti del videogioco e dei suoi sviluppatori.
Il mio Geralt di Rivia è quello dei giochi. CPR ha onestamente raccolto il personaggio letterario e l'ha trasformato in qualcosa di molto più grande.
The Lady of the Lake è un libro che spesso annoia, ma quando Ciri e Geralt e Yennefer sono insieme... Sapkowski ha realizzato la famiglia perfetta e nessun romanzo, o serie fantasy prima e dopo potrà eguagliare l'assoluta potenza di questo triangolo classico. Io sono tutto fuorché per la famiglia tradizionale, e questa certo non lo è, ma le scene personali tra questi tre personaggi, dopo cinque libri, sono quanto di più straordinario si possa sperare di leggere.